Al "Paradello" con l’Accademia dei sapori e dei colori del Delta
Molto ben riuscita e partecipata, circa 150 persone, al Ristorante »Paradello", a due passi da Porto Levante, la 1. «Cena dei ossi», a cura della neonata e già attivissima «Accademia dei Sapori e dei Colori del Delta del Po», guidata da Giacomo Bellato, che ha sede presso il Museo della Corte di Cà Cappello. Nella serata a tema, sulla riscoperta della valenza del maiale nella tradizione contadina (gli «ossi» erano quelli del maiale, che un tempo erano, sulle mense polesane, una vera e propria squisitezza), è parso ben chiaro anche lo scopo di valorizzazione e promozione del territorio e delle tipicità del Delta del Po, che l'«Accademia» persegue. Non era poi casuale il proporre il menù con termini del vernacolo deltino, in cui l'aperitvo era l'«ombrèta prima de magnare». Poi, per la gioia dei commensali, la «Partensa con salame e copa dlà cà Tumiatti», seguita da una «prima pasta e fasoi», che aveva tutto il gusto di quella della nostra infanzia. E la riscoperta delle tradizioni era ancor più marcata, quando si proponevano: «ossi de bosgàto (maiale) con cren e salse varie, e cudghìn (cotechino) acompagnà da erbe cote e purè».
Non era mancata, sin dall'inizio, la tradizionale «pinsa unta» e la savata polesana (non a caso era presente Arnaldo Cavallari, celeberrimo panificatore). Alla fine poi, il natalizio «panetòn con la mistòca (il tradizionale dolce di castagnaccio». C'era anche l'intrattenimento, con Marco Frigato al piano bar (el sonadòre), e lo scrittore Gianni Sparapan, con i suoi illuminanti quadri sulla civiltà contadina e la valenza in essa del maiale. In sostanza, l'«Accademia» (che sta intessendo rapporti con importanti Istituzioni culturali), ha lavorato molto bene nella sua dirigenza, in toto: da Bellato a Laurenti, Tumiatti e Formenton, a Perazzolo, Beltrami e Doriano Mancin, un grande cerimoniere. (e.m.)
(Fonte: Il Gazzettino di Rovigo, Lunedì 13 Dicembre 2010, pag. VI)